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MOSTRE E POSTER

Poster Lavori Progetto IBE Fiume Crati

I poster sintetizzano i risultati conclusivi del Progetto IBE/IFF, relativi al monitoraggio e alla valutazione dello stato di qualità delle acque e dell’ecosistema fluviale del Crati attraverso l’applicazione della metodologia IBE (Indice Biotico Esteso) e la determinazione dell’ IFF (Indice di Funzionalità Fluviale).

Il progetto, realizzato dall’Ente gestore delle Riserve Tarsia-Crati (Amici della Terra Italia), nell’ambito dell’Accordo di Programma Multiregionale promosso dal Dipartimento Politiche dell’Ambiente, si è posto l’obiettivo di effettuare un’indagine conoscitiva sul fiume Crati che ha tenuto conto non solo della qualità delle acque ma dello stato complessivo dell’ecosistema fluviale.

La normativa italiana ed europea in materia stabilisce che per ogni corpo idrico significativo o parte di esso, si debba giungere alla conoscenza dello stato di qualità ambientale, individuato attraverso il confronto fra stato chimico (stabilito in base ai valori di concentrazione dei principali inquinanti) e stato ecologico. Lo stato chimico è definito in base alla presenza di microinquinanti, ovvero di sostanze chimiche pericolose, che in genere non si trovano in concentrazioni significative nelle acque. Per la definizione dello stato ecologico la normativa stabilisce che debbano essere svolte analisi sulla matrice acquosa e sul biota.

 

Le analisi sulla matrice acquosa sono volte ad evidenziare lo stato di alcuni parametri chimico-fisici e microbiologici, considerati macrodescrittori. Le determinazioni sul biota riguardano gli impatti delle attività antropiche sulle comunità della macrobentofauna, valutate attraverso l’Indice Biotico Esteso (I.B.E.). Con le analisi chimico-fisiche si individuano le alterazioni dei corsi d'acqua in relazione alle cause (la presenza degli inquinanti), mentre attraverso l’IBE si evidenziano gli effetti degli inquinanti sulla comunità degli organismi che ci vivono. Per l’individuazione dello stato ecologico dei corsi d’acqua, alla fine, si incrociano i valori ottenuti da entrambi i tipi di analisi effettuate considerando il risultato peggiore ottenuto tra I.B.E. e macrodescrittori.

 

Sull’intero tratto del suddetto corso d’acqua è stato determinato anche il valore dell’Indice di Funzionalità Fluviale (IFF), una nuova metodologia messa a punto dall’ ANPA. L’obiettivo di questo nuovo indice, che deriva dal Riparian Channel Environmental Inventory (RCE-I) consiste nella valutazione dello stato di qualità complessivo dell’ambiente fluviale e della sua funzionalità, intesa come integrazione di una serie di fattori biotici ed abiotici presenti nell’ecosistema acquatico ed in quelli terrestri ad esso collegati.

 

L’IFF consente di cogliere sinteticamente la funzionalità dei diversi tratti fluviali e può essere strumento utile per evidenziare i singoli elementi da recuperare (ad es. qualità della vegetazione riparia, livello di artificializzazione dell’alveo etc.), per pianificare nuovi interventi di riqualificazione e, in ultimo, per verificare l’efficacia degli stessi. La metodologia ha come obiettivo quello di valutare la funzionalità ecologica complessiva dell’ecosistema fluviale.

Sintesi dei risultati finali

Per quanto attiene lo stato di qualità ambientale dell’ecosistema acquatico i risultati hanno permesso di riscontrare classi di qualità inferiori in quei tratti del fiume posti nella media valle fino in prossimità della foce, peggiorando sempre di più man mano che il campo di indagine viene esteso ai diversi livelli gerarchici applicati. Analizzando i risultati delle analisi chimico-microbiologiche e dell’IBE, si riscontra una notevole compromissione per le zone poste nella media valle del Crati, in particolare per quelle coincidenti con l’area urbana di Cosenza-Rende-Montalto, con uno stato di inquinamento organico elevato e notevole presenza di materia organica in decomposizione da attribuire a scarichi di tipo fognario o ad immissioni di acque non depurate derivante da attività antropiche.

 

Mentre, per quanto riguarda lo stato di funzionalità fluviale, la bassa funzionalità corso d’acqua è da attribuire principalmente all’alterazione della fascia riparia, ridotta o del tutto assente in molti tratti, dove la pressione antropica, dovuta alle attività agricole ed al prelievo di inerti, hanno ridotto o eliminato del tutto la fascia ripariale, favorendo anche l’attività erosiva durante le piene invernali, con notevoli modificazioni dell’assetto idromorfologico naturale dell’alveo. La maggior parte dell’area a valle è contraddistinta da un giudizio tra mediocre e scadente, che rappresenta il 60% circa dell’intero fiume.

 

Gli ecotoni ripariali, che rappresentano le zone di incontro tra l’ambiente terrestre e quello acquatico, colonizzati da formazioni vegetali riparie, sono di fondamentale importanza per la funzionalità dell’ecosistema acquatico, e svolgono la funzione di filtro per le sostanze inquinanti che provengono dal territorio circostante.

 

Per quanto attiene ai tratti del fiume rientranti nel perimetro delle due riserve (l’IFF non si applica nei tratti di laghi e di foce), è stato confermato un buon giudizio di funzionalità fluviale. Tale dato si registra soprattutto nel tratto di fiume rientrante nella Riserva Foce del Crati, dove è presente una formazione di bosco ripariale, relitto della foresta planiziale che un tempo copriva la Piana di Sibari, testimonianza di come l’istituto delle riserve ha garantito la tutela e la conservazione di questi ambienti, pur subendo, per forza maggiore, una compromissione rilevante che ha determinato e determina una certa vulnerabilità dello stato di qualità dell’ecosistema acquatico e di quello funzionale.

 

Da evidenziare, inoltre, la capacità auto-depurativa del Crati, dovuta al notevole apporto dei diversi affluenti che determinano un continuo ricambio e quindi ossigenazione.

 

I risultati finali sono stati racchiusi in un volume dal titolo “Ecologia & Funzionalità del Fiume Crati”. Un’opera dalle caratteristiche editoriali speciali, che vuole rappresentare un contributo al più importante ecosistema fluviale della Calabria, ricco di storia, di cultura, di natura, di paesaggi unici e, soprattutto, di una straordinaria biodiversità che va tutelata e salvaguardata.





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